Monday, March 19, 2018

La guerra - diceva nonno - è la cosa più brutta che ci sia.

"Così  è  successo  questo  fatto.  Ora  non  lo  trovo  affatto  strano,  a  pensarvi,  ma  naturale  di quella naturalezza  che  una  volta  dev’esserci  stata  tra  gli  uomini.  Dopo  la  prima  sorpresa  tutti i  miei  gesti furono  naturali,  non  sentivo  nessun  timore,  né  alcun  desiderio  di  difendermi  o  di  offendere.  Era  una cosa molto semplice. Anche i russi erano con me, lo sentivo. In quell’isba si era creata tra me e i soldati russi,  e  le  donne  e  i  bambini  un’armonia  che  non  era  un  armistizio. Era  qualcosa  di  molto  più del rispetto  che  gli  animali  della  foresta  hanno  l’uno  per  l’altro. Una  volta  tanto  le  circostanze  avevano portato  degli  uomini  a  saper  restare  uomini.  Chissà dove  saranno  ora  quei  soldati,  quelle  donne,  quei bambini. Io spero che  la guerra li abbia risparmiati  tutti. Finché saremo vivi ci ricorderemo, tutti quanti eravamo,  come  ci  siamo comportati.  I  bambini  specialmente.  Se  questo  è  successo  una  volta  potrà tornare a  succedere. Potrà  succedere, voglio dire,  a  innumerevoli  altri  uomini  e  diventare un costume, un modo di vivere."

Tratto da "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern

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